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Campi di concentramento della Polizia-Sassoferrato PDF Stampa E-mail

di Roberto Cruciani

Il Campo di Concentramento di Polizia di Sassoferrato per internati politici era ubicato nei locali dei Convento di Santa Croce, di proprietà dei Monaci Eremiti Camaldolesi ed è rimasto in funzione dal 25 febbraio 1943 al 15 settembre 1943. Dal carteggio risulta che nella zona esistevano altri campi di concentramento localizzati a Treia e Fabriano.

Tutto ha inizio nel 1941, e più precisamente il 5 gennaio 1941, quando la Regia Questura di Ancona, con nota riservatissima – personale – urgente – diretta ai Podestà di Arcevia, Castelpianio, Filottrano e Sassoferrato, nel comunicare le risultanze delle disponibilità di alloggiamenti nei predetti Comuni, chiede se sono intervenute variazioni e se esistono locali disponibili in un unico stabile per essere adibiti a Campo di Concentramento per Internati ed in caso positivo invita a trasmettere una pianta topografica dell’ubicazione dei locali.

IL Podestà di Sassoferrato, con nota dell’8 gennaio 1941, comunica che è disponibile l’ex Convento di San Bartolomeo, privo però di arredamenti, che può essere messo subito a disposizione del Ministero dell’Interno.

La Regia Questura di Ancona con nota dei 23 gennaio 1941, invita il Podestà ad approntare alloggi e predisporre per il vitto per 10 albanesi internati che giungeranno prossimamente a Sassoferrato. Gli stessi debbono essere alloggiati e prendere i pasti presso alberghi e camere ammobiliate dei luogo.

Il Podestà, con nota dei 30 gennaio 1941 assicura di aver predisposto per i 10 albanesi internati.

Con telegramma dei 24 agosto 1941, il Questore di Ancona Lippolis chiede l’elenco aggiornato al 30 giugno 1941 degli ebrei residenti nei vari Comuni della Provincia, anche se internati. Il Podestà, in data 26 agosto 1941 comunicava che "non risiedeva in questo Comune alcuna persona di razza ebraica né con dimora stabile, né con dimora occasionale (internatí)”.

Con biglietto urgente in data 1 settembre 1941 il Questore comunicava ai Podestà di alcuni Comuni, fra cui Sassoferrato, che “saranno destinati per l’internamento nella Provincia di Ancona alcuni nuclei familiari di ebrei dalmati e montenegrini che dovranno trovare alloggio in Comuni non militarmente importanti”.

Il Podestà di Sassoferrato, con nota dei 5 settembre 1941, rispondeva alla Regia Questura di Ancona che “è a disposizione per il ricovero di intemati l’ex Convento di San Bartolomeo, rendendo noto però che il locale è privo di qualsiasi arredamento e quindi il ricovero può essere effettuato soltanto con paglia a terra. Nessuna disponibilità vi è per il materiale da cucina (utensili e stoviglie)”.

Comunica infine che “questo Comune è stato dichiarato zona militarmente importante e vi è stato destinato un Presidio Militare (71 uomini di truppa in permanenza)”. Il Podestà, sollecitato telefonicamente dal Questore sulla disponibilità dei locali, con nota dei 2 ottobre 1941 comunica “che il Convento di Santa Croce può ospitare da 100 a 150 intemati da sistemarsi con paglieríccio, oltre al personale di vigilanza (la capacità con paglia a terra è stata riscontrata sufficiente per 300 persone). Vi faccio noto che il locale è privo di qualsiasi arredamento. 9 perciò necessario provvedere a tutto, compreso stoviglie, arredi da cucina ecc. Il locale per cucina esiste ma è privo di qualsiasi impianto, esistendo solo il camino ed i fomelli per carbone vegetale”.

Da una comunicazione in data 23 settembre 1942 dei Priore di Fonte Avellana, da cui dipende il Monastero di Santa Croce, si rileva che detto Monastero è stato preso in consegna dalla Regia Questura di Ancona fin dal 2 settembre 1942 allo scopo di adibirlo a Campo di Concentramento per gli Internati. Il Colonnello Comandante della Scuola A.U.C. di Fanteria di Fano che aveva richiesto la disponibilità dell’immobile, con nota dei 5 ottobre 1942, comunicava al Podestà di Sassoferrato che la Questura di Ancona non aveva consentito l’uso dei locali del Monastero di Santa Croce in quanto a disposizione della Questura stessa. Il primo ad essere internato è stato un certo Alaino Salvatore proveniente da Roma; poi, in breve successione, giungono al Campo altri internati provenienti dalle più svariate città: da Catanzaro ad Alessandria, da Capo d’istria a Forlì. Nello schedario istituito presso il Campo di Concentramento, sono annotati, oltre alle generalità, anche la professione. In larghissima parte si trattava di contadini, ma anche un avvocato ed un pittore hanno soggiornato nel Campo di Concentramento di Polizia di Sassoferrato.

La maggior parte degli internati, come si evince dalla corrispondenza, era definita “allogena” della Venezia Giulia (di altra stirpe diversa dallo Stato Nazionale in cui si trova) ed alcuni sono stati utilizzati per la realizzazione dell’acquedotto di Arcevia. La vigilanza dei Campo era stata affidata ad una postazione fissa di Carabinieri (4 carabinieri più un sottufficiale).

Nella corrispondenza c’è una nota della Questura che chiede al Direttore dei Campo – Podestà sig. Francesco Mastri se risponde a verità la notizia che nel Campo sono stati costituiti nuclei di comunisti sioveni ai quali pervengono in quantità pacchi da parte dei Soccorso Rosso. La notizia non risponde a vero. Il 20 agosto 1943, in seguito a disposizione ministeriale, vengono liberati 8 internati politici. In data 1 settembre 1943 il Delegato in Italia dei Comitato Internazionale della Croce Rossa, accompagnato da un Ufficiale dei Regio Esercito, ha effettuato una visita al Campo di Concentramento per Internati Civili, rilevando la “deficienza del materiale necessario alla normale pulizia quotidiana, quale spazzole, scope ecc. “. La Regia Questura di Ancona, in relazione ai rilievi della Croce Rossa Internazionale disponeva che la distribuzione dei materiale avvenisse in modo continuativo e sufficiente. Il 16 settembre tutti gli internati (37 nell’occasione, ma il tetto massimo è stato di 50 internati), in seguito all’armistizio stipulato dall’italia con gli alleati, vengono liberati Successivamente il Campo è stato occupato dagli sfollati, come da comunicazione dei Podestà alla Regia Questura di Ancona, in data 19 novembre 1943.

 
Engles Profili 2010 - Pubblicazione a cura di Lykonos