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Evoluzione di Mussolini PDF Stampa E-mail

Cronologia.leonardo.it
Appunti di storia a cura di Vincenzo Pasculli—ilcannocchiale.it
www.scuolascacchi.com/storia_novecento/fascismo.htm

Antefatto

Nel 1892 nasceva il Partito Socialista Italiano,sotto la guida di Filippo Turati divenne un grande partito democratico,si divise tra massimalisti e riformisti,i primi erano per la rivoluzione,i secondi favorevoli a collaborare con governi borghesi.

Dopo l’assassinio di Umberto I,il nuovo re Vittorio Emanuele III,affidò la guida del paese a due liberali di sinistra ,prima Zanardelli e poi Giolitti.

Il periodo che va dal 1903 al 1914 viene definito età giolittiana

Giolitti impose uno stato al di sopra delle parti,tentò di conciliare i bisogni dei lavoratori e le esigenze dei datori di lavoro,avendo capito che gli interessi degli uni non potevano prescindere da quelli degli altri; dette il suffragio universale maschile (per le donne purtroppo bisogna aspettare il 1946); ammise il diritto di sciopero. Nacquero e si svilupparono nuove industrie ad alto contenuto tecnologico,prevalentemente nel triangolo Genova-Torino-Milano. La politica protezionistica che mise in crisi l’agricoltura portò molti milioni di italiani a emigrare negli Stati Uniti(dal Mezzogiorno,dal Veneto,dal Friuli),in Argentina, in Venezuela

Il biennio rosso

Le notizie che arrivavano dalla Russia fece pensare al movimento operaio e socialista che anche per il nostro paese fosse giunta l’ora della rivoluzione. Le richieste economiche e la pressione rivoluzionaria si mescolarono e iniziarono scioperi ; nel mezzogiorno i braccianti tentarono di occupare le terre incolte, a Torino nel 1919 in diverse fabbriche gli operai tentarono di gestire la produzione ma non vi riuscirono,nel 1920 furono occupate le più grandi fabbriche del Nord,agitazioni e disordini anche nelle campagne della pianura padana.

A causa della lunga durata della guerra le elezioni in Italia vennero tenute nel 1919, a sei anni di distanza da quelle che si erano svolte nel 1913. Nel frattempo la guerra aveva cambiato tante cose e i mutamenti intervenuti ebbero precisi riflessi sulla composizione del nuovo Parlamento.

Il Partito socialista ottenne 156 deputati in confronto ai 48 del 1913, il Partito popolare ne ebbe 100 in confronto ai 33 cattolici eletti nel 1913. I liberali persero la maggioranza. Avevano infatti ottenuto poco più di 200 deputati rispetto agli oltre 300 eletti nel 1913.

Nacquero nel 1920 la Confederazione generale dell’industria e la Confederazione generale dell’agricoltura, due grandi organizzazioni padronali costituite per trattare uniti e avere maggiore forza, non solo verso i sindacati dei lavoratori ma anche verso il governo .

Nel 1919 i cattolici italiani costituirono un proprio partito politico, il Partito popolare, guidato dal sacerdote don Luigi Sturzo.

Il partito socialista italiano continuava a restare diviso in due correnti: i riformisti e i massimalisti. Nel 1921 si tiene a Livorno il XVII congresso del partito. Dopo giorni di dibattito serrato, i massimalisti unitari di Serrati raccolgono 89.028 voti, i comunisti puri 58.783, e i riformisti concentrazionisti 14.695. I comunisti di Bordiga e Gramsci escono dal congresso e fondano il Partito Comunista d’Italia.

Benito Mussolini e la nascita del Partito Fascista

In questa situazione confusa cominciò a trovare spazio il movimento fascista fondato da Benito Mussolini che era stato prima socialista massimalista e direttore dell’Avanti,poi divenuto nazionalista sostenitore dell’intervento italiano alla prima guerra mondiale. Molto ambizioso e deciso raccolse sempre maggiori consensi facendo leva sulle emozioni e paure di molti italiani e sugli interessi economici di una parte della società,trovò così il sostegno decisivo della classe dirigente,dei proprietari terrieri,dei piccoli borghesi moderati intimoriti dalla propaganda rivoluzionaria.

Nel periodo del biennio rosso costituì bande armate presentandole come strumento necessario per riportare ordine nel paese sconvolto dai rossi.

Le organizzazioni del movimento operaio e dei contadini non erano tuttavia disposte a subire l’attacco dei fascisti; gli scontri si fecero più aspri.


ANNO 1921 ( da “cronologia.leonardo.it”)

  • L’ITALIA CONTA 37.856.000 ABITANTI 
  • Attivi 47,1%, di cui in Agricoltura il 55,7% I
  • ndustria 24,8%, Servizi il 19,5% 
  • Prodotto lordo: Agric. 38,3%, Industria 25,1%, 
  • Terziario 24,3% (Amm. pub 12,3 %) Quelli che lavorano sono 17.830.000, i
  • non attivi 20.026.000 
  • Per la prima volta le FEMMINE (19.042.000) superano i MASCHI (18.814.000).

LA SVOLTA POLITICA

In Italia il 1921 é l’anno dove si verifica una svolta politica, sociale ed economica che va a modificare i rimanenti decenni fino a metà secolo e la condizionerà fino alla fine. Politicamente é la fine del periodo liberal-feudale (o liberal-borghese) e contemporaneamente l’inizio di una mutazione strutturale storica per il Paese Italia.

Il protagonista assoluto con un lento processo di conversione politica durato tre anni è BENITO MUSSOLINI

Negli ultimi mesi del 1921 il movimento fascista si trasformò in partito politico;grossi finanziamenti da parte della borghesia raggiunsero la percentuale tra il 72 e il 53 per cento del totale (R.De Felice-Mussolini il fascista)

Il partito fascista sostenuto con contributo in denaro da agrari e industriali,intensificò le cosiddette spedizioni punitive. Crollano gli scioperi nell’agricoltura,da 189 scioperi con 1 milione di partecipanti,dal 1920 al 1921,passarono a 89 scioperi e 80000 partecipanti; nell’industria passarono da 1881 a 1045. Gli avversari politici che più si mettevano in vista venivano aggrediti,bastonati,costretti con la forza a bere olio di ricino ( nei primi sei mesi del 1921,gli attacchi di tali squadre,nella sola pianura padana,furono 726).Gli organi dello Stato che avrebbero dovuto impedire le illegalità non intervennero,a volte le forze di polizia si affiancarono alle squadre fasciste

1922, 24 ottobre: il governo Facta non riesce ad arginare lo strapotere delle squadre fasciste; Mussolini dichiara: “O ci daranno il potere o lo prenderemo calando su Roma“.

1922, 16 novembre: Mussolini tiene alla camera il famoso “discorso del bivacco”. Le squadre fasciste vengono trasformate nella Milizia Volontaria.
Il popolo talvolta seppe resistere a queste violenze :nell’agosto 1922 Parma fu assalita da migliaia di fascisti e la città respinse per vari giorni l’assalto e i fascisti alfine dovettero ritirarsi.
Alla fine della prima ondata della violenza fascista Giolitti sciolse le Camere e fece nuove elezioni : le perdite socialiste furono compensate dai seggi conquistati dai comunisti,i socialisti passarono da 156 seggi del 1919 a 123,i comunisti conquistarono 15 seggi,i popolari passarono da 101 a 108, 35 furono i deputati fascisti.

1924, 27 luglio: tutti i deputati dell’opposizione,guidati da Giovanni Amendola, tranne i membri del PCI, si ritirano dalla Camera nella speranza che questo “Aventino” mandi in crisi il governo. Il fascismo accusa il colpo, ma proprio la divisione tra comunisti e “aventiniani” permette al governo di promulgare numerose leggi a proprio favore.

Nel 1926 Mussolini scioglie tutti gli altri partiti politici, il Partito Nazionale Fascista resta l’unico ammesso dalla legge. Lo stato divenne così lo stato di una sola parte,di coloro che aderivano al partito fascista. Il Gran Consiglio del Fascismo,costituito dai più importanti componenti del partito,aveva il compito di indicare al re il nome del capo del governo e di presentargli l’elenco dei ministri da nominare. Il parlamento perse definitivamente ogni potere.
Il re Vittorio Emanuele III si ridusse a dover firmare ciò che il partito fascista gli trasmetteva. Venne creata la Milizia Volontaria per la sicurezza nazionale.

1929, 24 marzo: si vota per il plebiscito. I sì al fascismo sono più di 8 milioni mentre i no sono 136 mila. Votò il 90 per cento degli aventi diritto.

1939, 19 gennaio: la Camera dei deputati è sostituita dalla Camera dei fasci e delle corporazioni. Scompare la separazione tra potere legislativo ed esecutivo.

Si giunse presto alla fine dello stato liberale in Italia,stato che si appoggia sul principio della divisione dei poteri :

  • il potere esecutivo spetta al governo con la sua maggioranza parlamentare
  • il potere legislativo spetta al Parlamento eletto dal popolo con libere votazioni
  • il potere giudiziario spetta alla magistratura,autonoma rispetto al governo e al Parlamento.

La libertà individuale non fu più garantita,gli oppositori venivano arrestati o inviati al confino,non si tennero più libere elezioni,né venne garantita la libertà di stampa perché fu introdotta la censura sui giornali e su tutte le altre pubblicazioni,fu proibito lo sciopero mentre a lavoratori e datori di lavoro venne imposto d’iscriversi al partito fascista,vennero creati il Ministero della cultura popolare,il Tribunale speciale per la difesa dello Stato,creata la polizia politica ( l’OVRA,opera di vigilanza e repressione dell’antifascismo).

Uno stato liberale si dovrebbe fondare sul consenso dei cittadini e sulla loro partecipazione alla vita politica ed economica. Lo stato fascista al contrario imponeva di accettare senza discussione qualsiasi decisione dell’autorità,punendo chi non si adeguava. Questo finì per suscitare un rassegnata indifferenza,si fece in modo insomma di togliere,al popolo italiano,il gusto per la libertà e la democrazia.

 
Engles Profili 2010 - Pubblicazione a cura di Lykonos